Scopri le implicazioni legali sull’uso di sostanze stupefacenti tra il personale appartenente alle forze armate e alle forze di polizia.
L’uso di sostanze stupefacenti tra il personale appartenente alle forze armate e alle forze di polizia è un argomento che richiede una particolare attenzione nell’ambito del diritto amministrativo militare. Nonostante sia un fenomeno raro, è importante discuterne poiché anche all’interno di queste categorie può verificarsi, seppur sporadicamente, un coinvolgimento con sostanze illecite.
Prima di tutto, è fondamentale distinguere due categorie di personale: il personale non in servizio permanente (VFP1, VFI, VFP4, VFT) e il personale in servizio permanente.
Per il personale non in servizio permanente, non ci sono dubbi che la conseguenza sia l’immediato proscioglimento, come previsto dall’articolo 957 del Codice dell’Ordinamento Militare.
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Per quanto riguarda il personale in servizio permanente, non esiste una norma specifica come nel caso del personale non in servizio permanente. Invece, sono applicabili una serie di norme (consultabili in calce). Pertanto, esiste una flebile speranza che l’espulsione non sia automatica, ma è certo che una sanzione disciplinare sia applicabile in tutti i casi di accertata assunzione di sostanze stupefacenti. Tuttavia, è importante escludere le situazioni in cui si verifichino contemporaneamente le seguenti condizioni:
- Le sostanze coinvolte non sono di provenienza illecita che comporti necessariamente il reato di ricettazione o un coinvolgimento diretto con ambienti criminali.
- L’assunzione della sostanza è assolutamente occasionale e non abituale, ossia non deve essere né frequente né ripetuta nel tempo.
- La specifica situazione non deve sfociare ulteriormente in termini di disvalore, anche per violazione degli obblighi di lealtà e fiducia reciproca. Questo potrebbe verificarsi se il militare si sottrae all’accertamento delle circostanze fattuali sopra menzionate o se mantiene un atteggiamento non completamente collaborativo nei confronti dell’amministrazione in merito.
Proporzionalità tra addebito e sanzione
È importante mantenere una proporzione tra l’accusa e la sanzione applicata. L’uso di sostanze stupefacenti costituisce una violazione degli obblighi assunti con il giuramento e potrebbe persino giustificare l’espulsione come misura disciplinare, in quanto indicativo di una mancanza di qualità morali e di carattere, nonché lesivo del prestigio del Corpo di appartenenza. Tuttavia, è fondamentale rispettare il principio di proporzionalità tra l’accusa e la sanzione, il quale rappresenta un elemento fondamentale di civiltà giuridica. Non sarebbe ragionevole equiparare l’accusa, per esempio, di consumo occasionale o di un singolo episodio di assunzione di sostanze stupefacenti, a un’accusa di spaccio e consumo sistematico, magari in collaborazione con il crimine organizzato.
In conclusione, ci sono numerose sentenze sull’argomento, ma gli esiti variano considerevolmente. È importante considerare il contesto in cui si è verificato l’uso di sostanze stupefacenti, lo stato di servizio del dipendente e molti altri fattori che potrebbero influire sull’immagine dell’amministrazione di appartenenza. È importante sottolineare che, generalmente, le sentenze più severe si riscontrano maggiormente nel contesto delle forze di polizia rispetto alle forze armate.
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Fonti:
– Avvocato Mariotti Pamela (avvocatomariottipamela.it);
– S.J.G. MAIELLA e P. CARBUTTI (avvocatoamministrativoemilitare.it).
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Riferimenti:
– art. 6 del DPR 737 del 1981;
– art. 732 del DPR 90 del 2010;
– Cons Stato sez. II, 20 dicembre 2021 n. 8439;
– Cons Stato sez. II, 16 gennaio 2023 n. 522;
– Cons Stato sez. VI, 17 maggio 2023 n. 4919.
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