NSC: “Non rispondere non è dimostrazione di forza…”

NSC
di Roberto Di Stefano, NSC – Nuovo Sindacato Carabinieri.

NSC – Nuovo Sindacato Carabinieri: “Non rispondere alle istanze dei carabinieri non è dimostrazione di forza, semmai il contrario”.

Di seguito il comunicato stampa di NSC (Nuovo Sindacato Carabinieri):

Abbiamo veramente apprezzato le parole del Comandante Generale sul riconoscimento circa l’esigenza non più procrastinabile della istituzionalizzazione dei sindacati e di una reale tutela dei diritti dei Lavoratori con la divisa con la banda rossa e la sua affermazione che ormai devono essere i sindacati responsabili della raccolta e della rappresentazione delle criticità e di quelle situazioni che vedono la discrezionalità trionfare sulle legittime aspirazioni di ognuno di Noi.

Purtroppo dopo diverse settimane dall’incontro con il Nuovo Sindacato Carabinieri, dove la nostra Presidente, Monica Giorgi, ha evidenziato quanto ci sia da lavorare sulle pari opportunità (impulsi accolti dal Generale Luzi in suo ultimo intervento alla stampa), dove il segretario generale Massimiliano Zetti ha ribadito quanto sia necessario un dialogo e una collaborazione vera e aperta, non c’è stata risposta al nostro documento in cui chiedevamo di aprire tavoli e colloqui su diverse tematiche, risposte che i  Carabinieri stanno attendendo.

Sentenza del 2018 ignorata

Si continua a ignorare la sentenza del 2018 solo per le relazioni e le agibilità sindacali, mentre se ne fa uso di altri pezzettini per giustificare e costruire muri alla possibilità, legittima e giustificate, del ricorso al giudice del lavoro per avere pareri giudiziari sulle contese e sui comportamenti anti-sindacali della dirigenza, nonostante anche giuristi e parlamentari competenti abbiano ampiamente spiegato perché non c’entra nulla il giudice amministrativo con questo tipo di controversie.

Sembra che ci sia un timore e una intenzione a non accettare la legge ordinaria per giudicare le controversie sindacali.

Lo stato maggiore, i generali, dovrebbero fare lobby non solo per impedire la costruzione di un sindacato come esiste per la polizia (che fa il nostro stesso lavoro), dando ampia mostra di come si sia sviluppata una istituzione veramente democratica e progredita, ma anche per costruire un futuro sostenibile in senso sociale e di credibilità (e non voglio parlare delle ultime statistiche eurispes sul grado di fiducia degli Italiani nelle Forze dell’Ordine).

NSC è consapevole del confronto asimmetrico tra un apparato elefantiaco, quasi immobile, e la esigenza di rigenerare quello spirito di corpo e il senso di appartenenza che ormai latita.

Chiediamolo ai Colleghi Sovrintendenti, vincitori del 3 e del 25 corso, che hanno partecipato al sistema dei trasferimenti GETRA e che sono fermi in un limbo, dimenticati insieme alle loro famiglie, mentre i Colleghi dei corsi che devono ancora partire già hanno destinazioni certe, e addirittura, come dichiarato da coceristi, che preannunciano note degli uffici centrali (il Comando Generale dovrebbe anche spiegarci come vengono a conoscenza di queste disposizioni) che ne determineranno il trasferimento pre-corso (anche se il Getra non lo consente).

Chiediamolo ai Colleghi che si sono visti tagliare punti importanti per i concorsi per le assenze dovute ai contagi COVID o a malattie di servizio, o perché in stato di gravidanza (a proposito di pari opportunità).

Chiediamolo a chi scrive, dal basso, proposte e feedback (ormai i nostri dirigenti vanno pazzi per questa parola) senza avere né riscontri né la sicurezza che siano andati avanti verso il vertice. Parole…

Abbiamo anche chiesto, ufficialmente, se siano cambiate le disposizioni per fare sindacato nelle caserme visto che abbiamo assistito a foto di altri sindacalisti all’interno di una caserma insieme al personale, anche in divisa. Una novità eccezionale e che certifica una visione progressista del Comando Generale.

Non abbiamo avuto risposte, mentre le foto sono sparite. Eppure c’erano delegati della rappresentanza militare cosi felici e giustamente orgogliosi di fare sindacato liberamente, magari anche nello stesso giorno in cui erano di servizio o di rappresentanza.

Lo ammettiamo, riconosciamo il loro coraggio e aspettiamo delucidazioni, non abbiamo letto nessuna nuova circolare, e vorremmo, soprattutto, le stesse possibilità.

Il fattore umano

È chiaro che la pandemia ha evidenziato come ci sia bisogno di una nuova organizzazione del lavoro e nel modo in cui le aziende devono riportare il fattore umano al centro delle pratiche manageriali. Se le strategie aziendali non possono funzionare senza la convinzione e la volontà del personale nel contribuire alle stesse, è chiara l’esigenza di porre attenzione al Lavoratore, che non produrrebbe alla sua massima capacità se non esiste questo impegno all’ascolto.

L’Arma dei Carabinieri ha la fortuna di non dover fare utili economici. Noi siamo una istituzione che ha sempre prodotto sicurezza attraverso la prossimità al cittadino, alla empatia con la quale le nostre stazioni, i nostri operatori del 112, le nostre pattuglie, approcciano chi chiede il nostro aiuto con predisposizione all’ascolto, consapevoli che non è sempre possibile risolvere. Ma il cittadino è consapevole che non facciamo miracoli, tant’èche non ce li ha mai chiesti.

La loro unica richiesta è averci al loro fianco per superare momenti drammatici, difficili. Questa missione la porta avanti il personale solo se ha la sensazione che chi è al vertice lavora per la sua serenità, dando certezze di legittimità oggettive.

Per garantire questo è necessario il compito del sindacato, che non può fare altro, soprattutto sedersi con cappelli diversi di fianco agli stati maggiori e ai dirigenti. Ogni sindacalista ha il dovere del confronto, non può pensare di dimenticarsene quando avalla comportamenti che ledono i diritti. Ne va della credibilità del giusto confronto sociale, della quale è anche responsabile il singolo sindacalista.

La diversità di opinioni, l’avvio di un dialogo continuo tra soggettività diverse crea ambienti e conoscenze migliori.

Il Nuovo Sindacato Carabinieri chiede al Generale Luzi la partecipazione ai tavoli di discussione già esistenti e di quelli richiesti con le diverse lettere che abbiamo scritto. I Carabinieri che rappresentiamo (e non solo) attendono le risposte alle criticità che abbiamo segnalato. Altrimenti le sue parole rimangono parole, e da tanto tempo aspettiamo dei fatti concreti, di reale vicinanza al personale, anche nella direzione di quello che ha dichiarato nel suo discorso di insediamento.

NSC è pronto a collaborare.

#ilsindacatodelcarabiniere


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