Norman Atlantic: il grande salvataggio navale del 2014 tra fiamme e mare in tempesta, fu un’evacuazione aerea senza precedenti.
Il 28 dicembre 2014 rimarrà impresso nella memoria collettiva come il giorno in cui un incendio devastante sul traghetto Norman Atlantic, in condizioni meteorologiche estreme, ha dato vita a un’operazione di soccorso senza precedenti nel Mar Adriatico, segnando un esempio straordinario di coraggio e perizia.
La vicenda del traghetto Norman Atlantic, lunga e drammatica, ha messo a dura prova le capacità delle squadre di soccorso italiane e greche, trasformando un evento potenzialmente catastrofico in un esempio straordinario di coraggio, perizia e dedizione.
L’incidente e l’allarme
La Norman Atlantic, un traghetto della compagnia Visemar lungo 186 metri e con una capienza massima di 880 passeggeri, era partita da Patrasso e stava compiendo la traversata verso Ancona, passando per Igoumenitsa. Alle 4:30 del mattino, a circa 33 miglia dall’isola di Fanò, un incendio si è sviluppato nel garage della nave, dove erano stipati oltre 200 veicoli, tra autocarri e automobili. Le fiamme si sono propagate rapidamente, trasformando il traghetto in un’enorme trappola galleggiante.
Le condizioni meteorologiche erano proibitive: mare forza 7-8, onde alte sei metri e un vento gelido che soffiava a oltre 50 chilometri orari rendevano impossibile un’evacuazione tradizionale. Questa situazione, paragonabile a quella affrontata durante le tempeste oceaniche, richiedeva ai soccorritori un livello di abilità e resistenza eccezionale, mettendo a dura prova mezzi e personale. Alle 4:47, il comandante ha lanciato il mayday, scatenando una delle operazioni di soccorso più complesse mai realizzate nel Mar Adriatico.
La risposta dei soccorsi
Numerose unità italiane e greche sono state coinvolte nelle operazioni, tra cui almeno 10 elicotteri, 6 navi militari e 4 rimorchiatori, oltre a diverse motovedette e mezzi antincendio. Rimorchiatori, motovedette e navi mercantili sono stati immediatamente dirottati verso la zona dell’incidente. Tra i mezzi impegnati si contano:
- Rimorchiatori Tenax e Marietta Barretta da Brindisi, accompagnati da squadre di Vigili del Fuoco.
- Motovedette della Guardia Costiera italiana partite da Brindisi, Otranto e Santa Maria di Leuca.
- Navi e battelli antincendio greci provenienti da Igoumenitsa e Corfù.
- Elicotteri della Marina Militare, Aeronautica Militare e Guardia Costiera italiana, oltre a quelli delle forze armate elleniche.
Con le scialuppe fuori uso, danneggiate dalle fiamme e rese inutilizzabili dalle condizioni proibitive del mare, e la nave avvolta dalle fiamme, l’evacuazione aerea si è rivelata l’unica opzione praticabile. I piloti degli elicotteri, affrontando condizioni estreme, hanno effettuato un ponte aereo senza precedenti per portare i naufraghi in salvo.
Le difficoltà dell’operazione
L’incendio, il fumo denso e l’aria irrespirabile hanno reso la situazione a bordo drammatica. I pavimenti incandescenti e il freddo glaciale hanno aggiunto ulteriori difficoltà ai passeggeri, già terrorizzati dall’incubo che stavano vivendo. Solo un centinaio di persone sono riuscite a mettersi in salvo sulle prime zattere di emergenza, mentre la maggior parte è rimasta intrappolata sul traghetto in fiamme.
Gli elicotteri italiani hanno inizialmente trasferito 69 superstiti sulla nave Cruise Europa, nominata OSC (On Scene Commander). Con l’arrivo della nave anfibia San Giorgio, gli elicotteri hanno potuto accelerare le operazioni di soccorso, trasportando i naufraghi al sicuro.
Il bilancio finale
Dopo 36 ore di incessanti operazioni, sono state tratte in salvo 477 persone: l’intero equipaggio, 418 passeggeri e tre clandestini. Questo salvataggio straordinario, paragonabile per complessità e portata a operazioni come quelle effettuate durante l’incidente della Costa Concordia o del naufragio della Sewol in Corea del Sud, ha dimostrato l’eccellenza delle capacità di soccorso aereo-navale italiane e greche. Purtroppo, l’incidente ha provocato 11 vittime accertate (nove passeggeri e due marinai albanesi deceduti a causa della rottura di un cavo di rimorchio) e 20 dispersi.
L’importanza della cooperazione
Il successo di questa operazione, pur nel dramma, è da attribuire alla straordinaria collaborazione tra le forze italiane e greche. Vigili del Fuoco, Guardia Costiera, Marina Militare e Aeronautica hanno dimostrato una capacità organizzativa e un’efficienza senza pari, affrontando con coraggio condizioni al limite della praticabilità.
La storia della Norman Atlantic non è solo il racconto di un grande pericolo sventato, ma anche un omaggio al valore umano e professionale dei soccorritori. Grazie al loro impegno, quella che poteva essere una delle peggiori tragedie navali della storia si è trasformata in una testimonianza di speranza e resilienza.
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