NOCS, il reparto di intervento speciale della Polizia di Stato italiana, specializzato in missioni di alto rischio come la lotta al terrorismo e la protezione di personalità.
Il Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) è un’unità di intervento speciale della Polizia di Stato italiana conosciuta anche come “teste di cuoio”. Si occupa di compiti ad alto rischio come operazioni antiterrorismo, protezione di personalità e supporto agli uffici anticrimine. Gli operatori del NOCS sono altamente addestrati e dotati di equipaggiamento speciale, con la capacità di intervenire su tutto il territorio nazionale nell’arco delle 24 ore, utilizzando mezzi terrestri, aerei e navali. Oggi il loro compito principale è di finalizzare l’attività info-investigativa di altre strutture della polizia di Stato, intervenendo in situazioni di rischio elevato.
Per diventare un operatore del NOCS, è necessario superare un concorso pubblico e un rigoroso addestramento fisico e tecnico. Gli operatori del NOCS sono esperti in varie tecniche, tra cui il tiro con la pistola, l’arrampicata, il lancio con il paracadute e la guida di diversi veicoli. La base del NOCS si trova a Spinaceto, vicino a Roma, e dispone di un’area addestrativa dedicata per simulare varie situazioni.
Storia del NOCS
Nel 1974 il prefetto Emilio Santillo diede vita all’Ispettorato generale per l’azione contro il terrorismo (IGAT). Tre anni dopo, il ministro dell’interno Francesco Cossiga emanò un decreto per creare l’Unità Interventi Speciali (UN.I.S.), con lo scopo di affiancare le investigazioni antiterrorismo, con azioni di commando. Fu così che nel 1978 nacquero il NOCS e il GIS (carabinieri).
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Nel 1982, grazie all’operazione condotta dal giovane capitano Edoardo Perna, i NOCS raggiunsero la fama mondiale. In soli cinquanta secondi, Perna liberò il generale James Lee Dozier sequestrato dalle Brigate Rosse a Padova. Il presidente americano Ronald Reagan volle congratularsi personalmente con Perna e gli conferì un’alta onorificenza.
Negli anni successivi, gli operatori del NOCS furono protagonisti di altri interventi per la liberazione di sequestrati, come nel caso di Dante Belardinelli nel 1989 e Augusto De Megni nel 1991. Nel 1997, durante il sequestro di Giuseppe Soffiantini, si scatenò un conflitto a fuoco con i sequestratori che costò la vita all’ispettore Samuele Donatoni. Dal 2015 si occupano anche dell’addestramento delle Unità operative di primo intervento. Nel 2017, una donna proveniente dalle Fiamme Oro entrò a far parte della sezione operativa del NOCS, diventando la prima donna ad essere selezionata (vedi articolo di approfondimento).
Equipaggiamento e tecnologie
Il NOCS, essendo un’unità altamente specializzata, fa uso di armi avanzate come la Beretta PX4, MP5 e MP7, insieme al coltello “Silente” della Extrema Ratio. Inoltre, gli operatori sono dotati di esplosivi, dispositivi flashbang e fumogeni per garantire la massima efficienza durante le operazioni.
La loro uniforme, costituita da una tuta operativa blu con una mezzaluna italiana sulla manica e il distintivo del reparto, è stata progettata per fornire protezione e praticità sul campo. La tuta è completata da una combat vest e un cinturone che ospita la fondina della pistola, mentre la variante mimetica della divisa è disponibile per operazioni specifiche. Per garantire la massima sicurezza degli operatori, sono forniti giubbotti antiproiettile e maschere facciali. Inoltre, il NOCS fa uso di tecnologie all’avanguardia come visori notturni e termocamere per aumentare l’efficacia delle operazioni in situazioni di scarsa illuminazione o visibilità.
Il NOCS rappresenta uno dei reparti più importanti della Polizia di Stato italiana, dal 2004 è validata anche forza speciale. Grazie alla loro elevata preparazione tecnica e fisica, sono sempre pronti ad intervenire a garanzia della nostra sicurezza.
Fonte: Polizia di Stato
Leggi anche: Gruppo Operativo Incursori (GOI)
Se vuoi approfondire:
– La storia;
– Scheda reparto (poliziadistato.it);
– La prima donna nel NOCS;
– Decreto Organizzazione (DCPP) .pdf;
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