Le condizioni russe presentate alla Nato e agli Stati Uniti per il raggiungimento di una tregua definitiva.
La Russia ha presentato una proposta di trattato (in nove articoli) per il raggiungimento di una garanzia legalmente vincolante, secondo la quale da una parte gli Stati Uniti e la NATO si dovrebbero impegnare ad interrompere tutte le attività’ militari in Europa orientale ed in Asia Centrale, concordando un’ampia proposta con la quale stabilire un accordo di sicurezza, e dall’altra il Cremlino si impegnerebbe ad effettuare tutte le attività’ necessarie per la de-escalation della crisi in Ucraina.
Tensioni nate successivamente alle accuse rivolte nei confronti di Mosca, da parte occidentale, di aver posto le basi per la potenziale invasione del territorio ucraino, schierando decine di migliaia di truppe a confine con il Donbas. Mosca chiaramente ha negato di aver pianificato tale invasione.
BACKGROUND
L’attuale ciclo di tensioni con l’Occidente per quanto riguarda l’Ucraina risale al 2014, quando, sulla scia delle proteste di piazza che rovesciarono il presidente ucraino Viktor Yanukovich (sostenuto dal Cremlino), la Russia annetteva la Crimea e sosteneva la rivolta separatista nel Donbass, che si sarebbe poi trasformata in una guerra in piena regola, nell’Ucraina orientale.
Sebbene il conflitto sia proseguito, tra alti e bassi fino ad oggi, la sua fase più drammatica venne temporaneamente interrotta dagli accordi di Minsk del 2014 e del 2015. Tali accordi, firmati in un momento di debolezza per l’Ucraina, stabilivano misure che, se pienamente attuate, consentirebbero un ampio grado di autonomia per le enclavi supportate dalla Russia nel Donbass. In tali condizioni, Kiev non sarebbe nelle condizioni di perseguire una politica estera indipendente, esattamente l’obiettivo che Putin si era prefissato.
Pertanto, nonostante gli accordi di Minsk, le relazioni tra la Russia e l’allora presidente ucraino, Petro Poroshenko, si inasprirono rapidamente, soprattutto, quando lo stesso presidente ucraino fissò la sua legittimità su una posizione intransigente e militarista nel Donbass. Nel 2019, Volodymyr Zelensky assunse la presidenza ucraina, promettendo la pace. Le sue prime mosse miravano ad allentare le tensioni con la Russia ed a ritirare le forze dalle posizioni di prima linea, ma quando si trovò a scontrarsi con l’intransigenza russa, con la fondamentale impossibilità di attuare gli accordi di Minsk e le pressioni delle fazioni nazionaliste e dei battaglioni paramilitari in Ucraina, si vide costretto ad adottare un atteggiamento più spigoloso.
Dal punto di vista russo, la reale problematica era rappresentata dal lento aumento delle attrezzature e degli armamenti militari venduti dagli Stati Uniti e dalla NATO alle forze armate ucraine. Dal 2018 ad oggi, gli Stati Uniti hanno venduto centinaia di missili Javelin anticarro a Kiev. Tra l’altro nel corso del 2021, Kiev riceveva dagli Stati Uniti, un pacchetto di aiuti militari di circa centoventicinque milioni di dollari (che tra l’altro includeva anche motovedette corazzate); dalla Turchia la stessa tipologia di droni armati, rivelatisi decisivi nella vittoria dell’Azerbaigian sull’Armenia nella regione del Nagorno Karabakh lo scorso autunno: usati ad ottobre dalle stesse forze ucraine per distruggere l’artiglieria ribelle nel Donbass.
Da aprile ad oggi, la Russia ha iniziato un dispiegamento di massa delle proprie forze armate a confine con l’Ucraina, che ha causato un aumento delle tensioni internazionali. Il Cremlino, in assenza di segnali di de-escalation dopo la video-call tra Joe Biden e Vladimir Putin, ha reso pubblici le bozze dei progetti dei trattati che Mosca vorrebbe sottoscrivere con gli Stati Uniti e con la Nato, per una stabilizzazione dell’Ucraina.
UN TRATTATO PER DUE
La proposta presentata dal Cremlino è stata redatta sotto forma di due progetti di trattati, uno da sottoscrivere con la NATO (composto da nove articoli) e l’altro con gli Stati Uniti (composto da otto articoli).
Nel preambolo Mosca ha delineato la cornice giuridica adottata all’interno dei due progetti, menzionando i vari trattati siglati precedentemente (da Helsinki del 1975 sino alla Carta per la Sicurezza Europea del 1999) tra le parti ed evidenziando come una eventuale guerra nucleare non avrà’ vincitori – un chiaro invito ad evitare uno scontro militare. In pratica, nella proposta russa le parti si dovrebbero impegnare “a non partecipare o sostenere attività’ che incidano sulla sicurezza dell’altra parte”, a non usare “il territorio di altri Stati per preparare o effettuare un attacco armato” o ad azioni che ledano “la sicurezza essenziale” reciproca ed inoltre dovranno far si che le alleanze militari o le colazioni di cui fanno parte rispettino “i principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite”.
Nell’articolo 4 la proposta del Cremlino si indirizza verso obiettivi essenziali, ossia “l’impegno da parte degli Stati Uniti ad escludere qualsiasi ulteriore espansione verso est della NATO ed a rifiutare l’ammissione all’Alleanza degli Stati già membri dell’ex Unione Sovietica; gli USA inoltre si dovranno impegnare a stabilire basi militari sul territorio degli Stati già membri dell’URSS che, al momento, non sono nella NATO ne potranno usare le loro infrastrutture per attività’ militari, ne svilupperanno con essi una cooperazione militare bilaterale”.
A corollario, con implicazioni che vanno ben oltre la stabilità strategica in Europa, la Russia nella propria proposta ha chiesto alle parti di impegnarsi a “non schierare missili terrestri a raggio corto ed intermedio” sia fuori dal territorio nazionale che in patria, qualora questi possano minacciare la Federazione Russa, e di “evitare il dispiegamento di armi nucleari al di fuori del territorio nazionale”, nonché “il rientro nei confini” di quanto già’ dislocato all’estero. Se tale proposta venisse accettata da Washington – cosa molto improbabile – le implicazioni sarebbero importanti anche sullo scacchiere orientale (ad esempio in Corea ed in Giappone).
Nel documento riservato alla NATO le parti invece si dovranno impegnare a “non creare condizioni o situazioni che costituiscano o possano essere percepite come una minaccia alla sicurezza nazionale di altre parti”, con una certa “moderazione” nell’organizzazione delle esercitazioni.
Per la risoluzione delle controversie il Cremlino ha specificato, a margine di tali trattati, che le stesse potranno essere discusse nel corso dei rapporti bilaterali e nel corso delle attività del consiglio NATO-Russia, ed al contempo, ha chiesto la creazione una “hotline” di emergenza. Il trattato è stato concluso con l’impegno da parte di “Tutti gli Stati membri della NATO ad astenersi da qualsiasi ulteriore allargamento dell’Alleanza, compresa l’adesione dell’Ucraina e di altri Stati; le parti che sono membri della NATO non dovranno condurre alcuna attività’ militare sul territorio dell’Ucraina e di altri Stati dell’Europa Orientale, del Caucaso meridionale e dell’Asia Centrale.
QUALE E’ IL RUOLO DEL NORD STREAM 2?
Mentre gli sforzi per risolvere lo stallo continuano, alcuni leader europei avevano anche suggerito di bloccare il gasdotto Nord Stream 2 come parte di un potenziale pacchetto di sanzioni contro la Russia. Misura che sarebbe piuttosto importante, ma in tale situazione, i regolatori tedeschi hanno annunciato che una decisione sulla concessione dell’autorizzazione del citato gasdotto non sarà presa comunque prima di luglio 2022.
Appare il caso di ricordare che, il completamento del gasdotto Nord Stream 2 che dovrebbe portare il gas naturale dalla Russia alla Germania (attraverso il Mar Baltico) potrebbe offrire ad entrambe le parti una arma economica rilevante, in quanto, tale gasdotto consentirebbe alla Russia di inviare gas in Europa senza passare dall’Ucraina, esercitando pertanto pressioni su Kiev senza il rischio di azioni di rappresaglia ucraine sulla rotta di approvvigionamento del gas. L’Ucraina, in passato, ha esercitato pressioni furibonde contro il progetto, definendo lo stesso come una minaccia seria per la propria propria sicurezza nazionale.
Tuttavia, l’oleodotto, che è diventato un progetto voluto in prima persona dal Vladimir Putin, non è ancora entrato in funzione ed i governi occidentali hanno segnalato che in caso di invasione, ciò potrebbe non accadere mai.
CONCLUSIONI
Le richieste hanno rafforzato l’idea che Putin sia disposto a correre rischi sempre maggiori per costringere l’Occidente a prendere sul serio le preoccupazioni sulla sicurezza russa e ad affrontare le lamentele storiche in gran parte ignorate per decenni.
Il trattato proposto dal Cremlino dovrebbe pertanto includere richieste che vanno sicuramente ben oltre l’attuale conflitto tra le forze governative ucraine ed i separatisti russi sostenuti dalla Russia in Donbas. La maggior parte delle richieste non risulterebbero essere dirette al dossier Ucraina, che teoricamente si trova sotto la minaccia di una invasione russa, ma riguardano un accordo con gli Stati Uniti e gli allegati occidentali dell’Ucraina. Nel dettaglio, il Cremlino ha chiesto alla NATO una richiesta di impegno a non proporre a Kiev alcun tipo di adesione. Ma i funzionari dell’Alleanza Atlantica avrebbero risposto prontamente che i paesi della NATO non escluderanno la futura adesione di nessun paese dell’Europa orientale, inclusa l’Ucraina.
La proposta ha evidenziato, ancora una volta, i punti di vista nettamente diversi sostenuti dai membri del Patto Atlantico, da una parte, e dalla Russia, dall’altra, in merito alle tensioni militari in Ucraina. Infatti, Mosca ha ribadito nuovamente il concetto secondo il quale l’Occidentale avrebbe fomentato la crisi instillando sentimenti anti-russi in Ucraina e fornendo assetti militari, e pertanto considera la crisi ucraina come una minaccia critica per la sicurezza nazionale della stessa Federazione Russa.
Gli Stati Uniti e gli alleati europei, al contrario, hanno affermato come sia stata Mosca a provocare la crisi della sicurezza dispiegando recentemente decine di migliaia di truppe al confine con l’Ucraina. In merito alla proposta presentata dal Cremlino, i funzionari della NATO avrebbero replicato:
- sottolineando come la stessa sia inaccettabile nelle richieste di potere di veto sui paesi ora indipendenti;
- precisando la disponibilità’ all’apertura ad un dialogo diplomatico sui problemi di sicurezza della Russia, tenendo pero’ conto che future discussioni includerebbero comunque problemi di sicurezza della NATO sul dispiegamento di missili russi, test satellitari e lotta alla disinformazione;
- rappresentando che in caso di incursioni militari russe in Ucraina, la NATO potrebbe decidere di aumentare la propria presenza militare nei paesi alleati confinanti con l’Ucraina, come la Polonia e i paesi baltici, in quanto la profondita’ strategica fornita oggi dall’Ucraina verso la Russia sarebbe danneggiata o persa.
La maggior parte degli analisti russi ritiene che lo stesso Cremlino non valuti realistico il trattato proposto a Stati Uniti e NATO, ma che di fatto rappresenti una base negoziale su cui avviare il lavoro delle diplomazie, come affermato dallo stesso Vice Ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.
Fonti:
Russia edges closer to war as new arms arrive on Ukraine’s border | Ukraine | The Guardian
Russia will act if Nato countries cross Ukraine ‘red lines’, Putin says | Russia | The Guardian
Ukraine ceasefire aims to pave way for comprehensive settlement of crisis | Ukraine | The Guardian
Dure critiche Usa al progetto Nord Stream 2 ma Russia e UE vogliono concluderlo – Pars Today
Боятся ли русские войны? Как российское общество отнесется к вооруженному конфликту с Украиной – Московский Центр Карнеги – Фонд Карнеги за Международный Мир (carnegie.ru)
Хотят ли русские войны. Война и террор в восприятии россиян – Московский Центр Карнеги – Фонд Карнеги за Международный Мир (carnegie.ru)
Левада-центр провел новый опрос об отношении россиян к событиям на Украине – Газета.Ru (gazeta.ru)
Общественное мнение — 2020 — Левада-Центр (levada.ru)
Обострение в Донбассе — Левада-Центр (levada.ru)
Political Scene: Instability in Ukraine | The New Yorker
Ucraina, Putin agli Usa: il mio piano di pace – La Stampa
Russia Issues Demands to Limit NATO’s Influence in Post-Soviet Space, Eastern Europe – The Moscow Times
Mosca, due proposte di trattato con Usa e Nato: “Ritiratevi dall’Europa dell’Est” – la Repubblica