di SIULM – Sindacato Unitario Lavoratori Militari
Presunto attacco alle libertà sindacali dei militari dell’Arma dei carabinieri, l’interrogazione parlamentare dell’On. Marcello Gemmato FdI
Il caso dell’attuale Segretario Regionale del SIULM Carabinieri Basilicata, M.llo CC Antonio Pagano, che è stato sanzionato dai vertici dell’Arma dei Carabinieri per aver rilasciato (nell’esercizio del suo mandato sindacale) dichiarazioni a tutela della salute del personale militare esposto ai rischi del Coronavirus durante la prima ondata pandemica.
Dopo la sospensione dal servizio di due mesi, irrogata al dirigente sindacale su proposta delle gerarchie militari, ed essere stato denunciato ai tribunali ordinario e militare (procedimenti ambedue archiviati), la questione, finalmente, approda in Parlamento con una interrogazione presentata ieri dall’onorevole Marcello Gemmato di FDI.
Come SIULM – Sindacato Unitario Lavoratori Militari denunciamo i gravi episodi accaduti (perpetrati ai danni del nostro rappresentante con grave nocumento alla nostra Associazione Sindacale) e che tendono, ancora una volta, a comprimere i diritti e le libertà di rappresentanza sindacale costituzionalmente garantiti.
Pubblichiamo l’interrogazione parlamentare presentata dall’ On. Marcello GEMMATO (FdI) e, in attesa della risposta politica, ricordiamo che, per gli stessi episodi, abbiamo presentato un ricorso per condotta antisindacale al giudice ordinario, in qualità di giudice del Lavoro, ai sensi dell’art. 28 dello statuto dei lavoratori. Nei prossimi giorni l’autorità giudiziaria scioglierà la riserva assunta nell’udienza del 1° aprile 2021.
Ecco il testo dell’Interrogazione:
Interrogazione parlamentare a risposta in Commissione:
GEMMATO — Al Ministro della difesa,
al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere:
Premessa:
il 28 dicembre 2020, al segretario regionale della Basilicata del sindacato italiano unitario lavoratori militari (SIULM -Associazione professionale a carattere sindacale militare), dottor Antonio Pagano (M.llo dei Carabinieri in servizio presso il Comando Provinciale di Potenza), veniva notificato il decreto del direttore generale per il personale militare del Ministero della difesa con cui gli veniva irrogata la « sospensione disciplinare dall’impiego » per mesi 2 quale provvedimento finale del procedimento disciplinare di stato, instaurato per aver rilasciato al TG regionale, in data 30 marzo 2020 (nel pieno della prima ondata pandemica), dichiarazioni afferenti la carenza di dispositivi di protezione individuale a disposizione delle forze di polizia a livello nazionale;
per gli stessi fatti, il segretario veniva denunciato anche all’autorità giudiziaria ordinaria di Potenza e a quella militare di Napoli che, non rilevando nulla di penalmente rilevante, archiviavano ambedue i procedimenti;
da quanto si evince dall’intervista al segretario, pubblicata sul sito Rai News e dalla lettura della contestazione degli addebiti, pare che il dottor Antonio Pagano abbia reso quelle dichiarazioni nell’ambito dell’esercizio della sua funzione di dirigente sindacale e fuori dall’orario di servizio e, di conseguenza, le stesse non dovrebbero necessitare di alcun tipo di autorizzazione preventiva da parte del datore di lavoro;
in particolare, sembrerebbe che obbligare un dirigente sindacale, nell’esercizio dei compiti di tutela dei rappresentati, a richiedere l’autorizzazione preventiva al proprio datore di lavoro per il rilascio dichiarazioni pubbliche inerente la propria attività potrebbe apparire, icto oculi, contraddittorio;
in data 24 marzo 2021, il Segretario provinciale di Viterbo del Nuovo sindacato Carabinieri (NSC), per fatti esattamente sovrapponibili a quelli contestati al dottor Pagano, è stato sottoposto a procedimento disciplinare di Corpo (meno grave di quello contestato al dottor Pagano) per aver espresso, nella sua qualità di dirigente sindacale, opinioni « in contrasto con le decisioni del Governo » e « non autorizzate » (per questo episodio è stata presentata anche l’interrogazione n. 3- 2181 del 13 aprile 2021);
il Comandante della Legione Carabinieri Lazio (da cui dipende il predetto sindacalista dell’Nsc), con proprio provvedimento del 16 aprile 2021, rilevando nella contestazione di addebiti un « vizio di legittimità » legato ad « eccesso di potere, per travisamento ed erronea valutazione dei fatti », ha annullato il procedimento disciplinare;
sembrerebbe, dunque, una disparità di trattamento nei due casi prospettati, con valutazioni che, se confermate, apparirebbero esclusivamente penalizzanti nei confronti del dirigente sindacale del Siulm (con danni sia personali che all’organizzazione sindacale rappresentata);
sembra ancor più evidente, infine, l’ennesima manifestazione di un problema afferente al corretto esercizio democratico delle libertà sindacali delle associazioni a carattere sindacale militari che, a seconda dei contesti territoriali in cui svolgono la propria attività di rappresentanza e dei datori di lavoro in essi presenti, sembrerebbero subire (come nel caso in esame) presunte limitazioni e condizionamenti.
Se il Governo sia informato dei fatti esposti in premessa, se gli stessi corrispondano al vero e, in caso affermativo:
- se l’attività sindacale svolta da appartenenti alle Forze armate e alle forze dell’ordine, nell’ambito di associazioni a carattere sindacale militari, sia subordinata a preventive autorizzazioni da parte del datore di lavoro;
- quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare affinché siano garantiti, anche ai rappresentanti sindacali delle associazioni a carattere sindacale militari, i diritti sanciti dagli articoli 21 e 39 della Costituzione. (5-05846)