CRISI RUSSIA – UCRAINA: TENTATIVI DI DISTENSIONE?

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La crisi Russia – Ucraina si trascina da sette anni ormai, nuove manovre al confine però preoccupano l’occidente.

crisi Russia - Ucraina

I leader di Stati Uniti e Russia si sono incontrati in videoconferenza martedì 7 dicembre u.s.: una nuova occasione di contatto diretto mossa ancora dalla crisi in Ucraina che oramai si trascina da circa sette anni. Il tema centrale, come noto, era incentrato sulla ricerca di una chiave di dialogo, che passi anche dalla de-escalation al confine ucraino. In realtà’ sono stati fatti pochi progressi nel disinnescare la crisi sull’Ucraina sulla scia di un dispiegamento di truppe russe, ed hanno invece delegato i funzionari di entrambi i paesi a rimanere in contatto.

Mentre gli Stati Uniti erano concentrati sulla continua rivalità con la Cina, la Russia negli ultimi mesi si è affermata nella conversazione sulla competizione tra le grandi potenze, ricordando a Washington che il Cremlino non è sicuramente da sottovalutare. Sostenuto dalla crisi energetica e godendosi gli sforzi di evacuazione degli Stati Uniti in Afghanistan, il presidente russo Vladimir Putin ha cercato di convertire la leva geopolitica in risultati tangibili di politica estera.

La Russia ha continuato a consolidare la propria posizione nella regione artica, dove ha testato un missile ipersonico. Con siluri nucleari ed un crescente investimento nell’intelligenza artificiale, la Russia sta modernizzando in modo aggressivo le sue forze armate per poter affrontare la sfida della grande competizione tra le potenze mondiali. Storicamente, ogni qual volta i prezzi energetici hanno subito degli incrementi, Putin immaginando di essere in una posizione di vantaggio, ha posto in essere azioni provocatorie di politica estera.

CLIMA DA GUERRA FREDDA

La politica militare russa e le pungenti critiche del Cremlino all’Ucraina hanno sollevato, negli ultimi tempi, diversi interrogativi sui veri obiettivi di Mosca e sulle reali intenzioni del premier russo. La crisi in Ucraina, come noto, era iniziata nel 2014, con l’occupazione e la successiva annessione della Crimea da parte della Russia e quindi l’invasione dell’Ucraina orientale aveva obbligato l’Occidente ad intervenire con azioni bilaterali: aumento degli aiuti militari all’Ucraina, rafforzamento della NATO sul fianco orientale, unite a sanzioni senza precedenti.

CRIMEA

Dall’annessione della Crimea ad oggi, gli Stati Uniti hanno impegnato oltre 2.5 miliardi di dollari in “Security Assistance”, inclusa la fornitura di radar di sorveglianza aerea, assetti di contrartiglieria, droni, motovedette armate e, soprattutto, sistemi anticarro FGM-148 Javelin (letali contro i carri armati russi). Per sette anni, la Russia ha sostenuto i militanti separatisti nelle province di Luhansk e Donetsk dell’Ucraina orientale, conosciute collettivamente come Donbas.

Il conflitto sebbene continuamente mortale per entrambe le parti, ha trovato un periodo di “calma apparente” solo nel corso dell’ultimo anno, a seguito degli sforzi messi in campo da Putin al fine di consolidare la propria popolarità sulla popolazione locale (oltre che sulla popolazione russa) e con lo scopo di minare la sovranità ucraina. A settembre u.s., visto l’aumento delle attività russe lungo il confine ucraino, gli alleati occidentali ponevano in essere le seguenti azioni:

  • gli Stati Uniti annunciavano ulteriori aiuti militari;
  • la NATO rafforzava la presenza delle proprie forze in Lettonia, Lituania, Estonia e Polonia e costituiva una Brigata multinazionale in Romania;
  • l’UE annunciava l’applicazione di ulteriori misure restrittive a carico della Federazione Russa, in aggiunta alle sanzioni economiche già poste in essere dal 2014 nei confronti di settori specifici dell’economia russa ed alle restrizioni alle relazioni economiche con la Crimea e Sebastopoli.

A partire dal 30 ottobre u.s., migliaia di uomini delle Forze Armate russe sarebbero state dispiegati nelle regioni al confine con l’Ucraina, in particolar modo nelle regioni del Distretto Militare Meridionale il cui quartier generale è dislocato nella sede di Rostov sul Don. Le unità impiegate sarebbero state identificate come elementi afferenti al 41 Combined Arms Army (ovvero un’unità complessa costituita da diverse brigate/divisioni), nonché elementi della Prima Armata della Guardia (un’unità d’élite dell’Esercito Russo solitamente dispiegata per la difesa della capitale).

Oltre alla qualità degli armamenti, l’elemento che ha colpito l’interesse internazionale è costituito dalla quantità delle unità dispiegate, in particolar modo, fonti ucraine avrebbero denunciato il concentramento di circa 90.000 uomini nelle regioni russe adiacenti al confine, considerando tale dispiegamento di forze come la principale massa di sfondamento di una prossima invasione da parte di Mosca. Anche le precedenti azioni militari russe avevano suscitato disagio.

A settembre, Russia e Bielorussia avevano condotto un’enorme esercitazione militare “Zapad-21”, effettuata su una scala sicuramente più elevata rispetto a quella effettuata nei quattro anni precedenti. Successivamente, la Russia trasferiva ingenti forze ai confini con Ucraina e Crimea.

L’attenzione internazionale sulle attività poste in essere dal Cremlino arrivava dopo tutta una serie di incidenti e problemi al momento ancora in corso e di seguito elencati, che hanno alimentato le crescenti preoccupazioni per un’escalation in Ucraina:

  • test missilistico russo su un satellite vetusto che aveva costretto gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale a ripararsi da una nuvola di detriti e suscitando timori internazionali circa una nuova proliferazione di armi;
  • le accuse e la successiva incarcerazione del politico dell’opposizione Alexei Navalny, defraudando la Federazione Russa di una reale opposizione funzionante all’interno della Duma;
  • attacchi informatici e campagne di hacking con obiettivi USA, per i quali la Russia è stata accusata in qualità di mandante;
  • l’espulsione di vari diplomatici dall’ambasciata statunitense di Mosca che ha causato difficoltà funzionali all’interno della sede sede diplomatica
  • il coinvolgimento della Russia nella guerra in Siria e l’esigenza mondiale di approvvigionamento di gas, nel corso dell’attuale crisi energetica, ha posto Putin in una posizione di rilievo internazionale.

A fronte delle accuse occidentali, il Cremlino negava ogni intento offensivo sottolineando come il ridispiegamento interno di unità militare fosse da considerarsi come una pratica comune per le Forze Armate russe e lo stesso Putin, a tali accuse, rispondeva dicendosi preoccupato per le esercitazioni militari organizzate dalla NATO: simulazioni di attacchi nucleari alla Russia, bombardieri strategici a 20 km dai confini russi, navi miliari nel Mar Nero.

L’incontro virtuale tra i due Presidenti era stato anticipato dai colloqui avvenuti tra i due Ministri degli Esteri degli stessi paesi nel corso della riunione dell’OSCE avvenuta a Stoccolma il 2 dicembre, nel corso dei quali entrambi esternavano la disponibilità a voler stabilizzare la crisi, ma solo previa l’accettazione delle specifiche condizioni proposte, senza però trovare un punto di congiunzione tra di esse. Nel dettaglio, Washington chiedeva la riduzione della pressione militare russa in Ucraina, evitando di mettere in atto ulteriori pressioni “ibride”, dall’altra, il Cremlino rispondeva fornendo la propria disponibilità alla riduzione parziale (e non totale) della propria presenza militare al confine con il Donbas, considerata indispensabile per tutelare la popolazione russa residente nella regione ucraina.

BIDEN-PUTIN VISTO DAGLI USA

Il giorno prima del summit, il presidente americano ha voluto effettuare un colloquio chiarificatore con i partner del cosiddetto “Formato Quint”, un gruppo ristretto della Nato di cui fanno parte Regno Unito, Francia, Germania e Italia, teso a concordare una linea comune sulla condivisa preoccupazione sul crescente e massiccio dispiegamento militare russo ai confini con l’Ucraina, e convenendo di risolvere la crisi ucraina con il “Formato Normandia” con l’applicazione del protocollo siglato a Minsk nel 2015.

Il summit virtuale tra i due presidenti si è concluso dopo circa due ore con una minaccia di sanzioni da parte degli Usa contro la Russia, Secondo quanto reso noto dalla Casa Bianca, il presidente Biden avrebbe manifestato le profonde preoccupazioni per l’escalation delle forze russe intorno all’Ucraina, mettendo in chiaro, tra l’altro, che gli Stati Uniti e gli alleati europei risponderanno con forti misure economiche e di altro genere in caso di escalation militare. Oltre alla crisi in Ucraina, Putin e Biden si sarebbero confrontati anche su temi caldi quali la cybersicurezza, di lavoro comune su questioni regionali (come l’Iran) e la costruzione di gasdotti che colleghino la Russia all’Unione Europea.

A margine del summit, Washington ufficializzava la deterrenza americana non solo nei confronti del Cremlino ma anche nei confronti di Pechino. Infatti, il Congresso USA approvava il National Defense Authorization Act, il decreto con il quale è stata autorizzata la spesa annuale della Difesa limitatamente all’anno 2022 per un totale di 770 miliardi di dollari, 25 in più rispetto a quelli chiesti dallo stesso presidente, con una crescita pertanto del 5% rispetto al 2021.

Nel decreto è stato previsto, tra l’altro, lo stanziamento di 300 milioni di dollari per l’eventuale supporto a Kiev, giustificato dall’ipotesi, non da escludere, di una eventuale invasione militare delle forze armate russe. Ai fondi a sostegno della sicurezza ucraina, il Congresso americano da una parte ha aggiunto 4 miliardi di dollari per l’iniziativa per la Difesa europea ed ha proposto lo stanziamento di 150 milioni di dollari per la Cooperazione per la sicurezza Baltica; dall’altra, è stato deciso, al momento, di non adottare nuove sanzioni contro il Nord Stream 2, il gasdotto di Gazprom che unisce il Mar Baltico alla Germania considerato dalla diplomazia americana uno strumento di pressione politica del Cremlino.

BIDEN-PUTIN VISTO DA MOSCA

Il Cremlino, di contro, ha minimizzato la minaccia di una invasione definendola il frutto della retorica ostile dell’Occidente, aggiungendo che Putin, dal vertice, resterà in attesa di proposte concrete tese alla soluzione della crisi e su una potenziale riduzione delle tensioni, come sulle garanzie di sicurezza nel lungo periodo per la Russia in Europa orientale.

BIDEN - PUTIN

L’obiettivo chiave dichiarato dal Cremlino relativamente all’attuale crisi non sembrerebbe essere quello di conquistare Kiev e di occupare l’Ucraina, ma piuttosto quello di persuadere l’Occidente che la Federazione Russa è pronta ad iniziare una guerra contro l’Ucraina qualora non si pongano in essere le dovute decisioni per la soluzione della problematica Donbass. Nell’ultimo anno, il Cremlino aveva rappresentato agli USA come considerasse importante la soluzione del dossier Ucraina, e la volontà ad adottare misure drastiche qualora il Formato Normandia continuasse a non portare ad alcuna soluzione della problematica.

Tali concetti sembrerebbero essere stati espressi in diverse varietà di forme dalle autorità del Cremlino, tra dichiarazioni pubbliche, saggi e con la pubblicazione di corrispondenza riservata tra Mosca, Francia e Germania sul conflitto del Donbass. La principale preoccupazione di Mosca, non sarebbe solo quella di impedire a Kiev di aderire all’Alleanza Atlantica, ma anche di evitare che l’Ucraina possa essere trasformata in una testa di ponte militare per la NATO/USA al confine con la Russia. Inoltre il Cremlino vorrebbe inoltre impedire all’UE di collegare i flussi di gas naturale russo verso l’Europa con il conflitto ucraino, problema che sembrerebbe essersi acutizzato a causa del dibattito sul controverso gasdotto Nord Stream 2, progettato per porre fine una volta per tutte alle necessità di infrastrutture di esportazione che attraversano il territorio ucraino.

CONCLUSIONI

Come previsto, l’incontro virtuale fra Biden e Putin oltre a non portare a nessuna soluzione per lo stallo strategico esistente in Ucraina, ci ha fatto rivivere i tempi andati della Guerra Fredda, quando la strategia della NATO era focalizzata sul come fermare un’invasione dell’ex Unione Sovietica, e Mosca cercava rispetto e deferenza. Anche allora vi era in gioco l’indipendenza dell’Ucraina, che nel frattempo è riuscita a conquistare la propria indipendenza dopo la caduta dell’Unione Sovietica, il cui crollo è stato descritto da Putin come una tragedia geopolitica del XX secolo.

Washington dovrebbe essere ben consapevole che un fallimento nel dissuadere Putin potrebbe essere visto come un segno di debolezza in tutto il mondo, specialmente dalla Cina. Il presidente russo ha parlato in diverse occasioni dei legami storici ed etnici dell’Ucraina con la Russia, definendo russi ed ucraini come un unico popolo, valutando i discorsi di Kiev sull’eventuale adesione alla NATO ed all’UE sia come una minaccia alla sicurezza che come un affronto all’orgoglio nazionale della Russia.

Le reali intenzioni del Cremlino nei confronti dell’Ucraina restano ancora incerte. E’ plausibile che l’intenzione russa di voler invadere l’Ucraina sia stata progettata come obiettivo laterale (ennesima minaccia ibrida), per forzare i negoziati diretti tra Mosca e Washington utili al raggiungimento di alcuni degli obiettivi che si era prefissato:

  • reindirizzamento del discorso politico occidentale su Russia ed Ucraina lontano da questioni come il gasdotto Nord Stream 2;
  • il mantenimento della sovranità russa e l’annessione illegale del Donbass;
  • i preparativi per un rischieramento permanente delle forze terrestri russe in Bielorussia ed in Donbass.

In parte Putin ha raggiunto tali obiettivi – per la seconda volta in sei mesi – e questo perchè l’amministrazione Biden è preoccupata dalla politica espansionistica del Cremlino e verso il quale vorrebbe mantenere una linea rigida, ma non militare, infatti sarebbero state annunciate nuove sanzioni economiche e nessuna azione militare. Pertanto, il presidente statunitense si è trovato a muoversi su un complesso terreno diplomatico con l’obiettivo di raffreddare un fronte estremamente caldo, dopo le denunce del presidente ucraino Zelenskyy circa la decisione russa di dispiegare truppe al confine con l’Ucraina.

Infatti, se da un lato la Casa Bianca ha minacciato sanzioni pesantissime e mai viste nel caso in cui Mosca dovesse invadere l’Ucraina, dall’altra, come parte dello sforzo diplomatico per la riduzione dell’escalation, quasi sicuramente dovrà porre in essere una duplice azione tesa a procrastinare l’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO, e convincere Kiev a rilasciare delle concessioni sull’autonomia delle aree orientali del paese ormai nelle mani dei separatisti dal 2014.

Pertanto, valutare la probabilità di un’invasione russa dell’Ucraina risulterà fondamentale per dare forma alla risposta occidentale appropriata. Se l’Occidente sopravvaluterà le intenzioni russe di invadere, sottovaluterà la sua posizione negoziale e farà più concessioni di quanto dovrebbe. Pertanto, l’attenzione dell’Occidente sulla minaccia dell’invasione dovrebbe far si che i leader occidentali perdano importanti inflessioni nella strategia reale del Cremlino e nei progressi compiuti da Putin verso il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Nella peggiore delle ipotesi, i paesi occidentali saranno soddisfatti per aver evitato un’invasione russa che il Cremlino non avrebbe voluto lanciare, mentre Putin celebrerà tranquillamente un’importante vittoria non militare che l’Occidente non riconoscerebbe.

di Fabrizio Lombardi


FONTI:

Tuning Out Putin on Ukraine is Easy – and Self-Defeating – Carnegie Moscow Center – Carnegie Endowment for International Peace
Статья Владимира Путина «Об историческом единстве русских и украинцев» • Президент России (kremlin.ru)
https://www.mid.ru/documents/10180/4944950/дипломатическая+переписка.pdf/795480b9-c3da-4498-88c8-f0a723c62c6f
Satellite images show new Russian military buildup near Ukraine – POLITICO
U.S. Eyes Russian Military Movement Near Ukraine Border (foreignpolicy.com)
Zapad 2021: What We Learned From Russia’s Massive Military Drills – The Moscow Times
Russia’s Military Buildup Near Ukraine Is an Intimidation Tactic – The Moscow Times
The impact of Western sanctions on Russia and how they can be made even more effective – Atlantic Council
Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act | U.S. Department of the Treasury
H.R.4350 – 117th Congress (2021-2022): National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2022 | Congress.gov | Library of Congress
Putin Spokesman: Russia Won’t Invade Ukraine – Unless it’s ‘Provoked’ | World Report | US News
IntelBrief: Arctic Region Features Prominently in Russia’s Military Strategy – The Soufan Center
Misure restrittive dell’UE in risposta alla crisi in Ucraina – Consilium (europa.eu)
Crisi Russia-Ucraina: origini, spiegazione e conseguenze – newsby
Biden-Putin: atteso oggi il summit online Periodico Daily

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