Cose da fare dopo la morte di un genitore

morte di un genitore

In caso di morte di un genitore, ci sono alcune cose che devi fare. Abbiamo raccolto le domande più comuni per aiutarti in questo difficile momento.

La morte di un genitore è un evento doloroso e difficile da affrontare. Oltre al dolore, ci sono anche alcune pratiche amministrative urgenti da compiere. In questo articolo, risponderemo alle domande più comuni su cosa fare in caso di morte di un genitore.

Per prima cosa il personale in servizio nelle forze armate e di polizia deve informare tempestivamente il Comando/Ente di appartenenza e richiedere la licenza straordinaria per gravi motivi.


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Cosa fare in caso di decesso di un pensionato INPS?

Se la persona cara defunta era pensionata, il primo compito degli eredi è effettuare la comunicazione del decesso all’Inps o ad altro ente previdenziale che gli versava la pensione. Eventualmente, va restituito il relativo libretto. La comunicazione deve avvenire con un’autocertificazione che attesti la morte.

Cosa si deve fare in caso di morte di un genitore?

Uno degli adempimenti più importanti dopo la morte di un genitore è la presentazione della dichiarazione di successione. Se il genitore possedeva beni immobiliari, questa dichiarazione deve essere presentata entro 12 mesi dal decesso presso l’Agenzia delle Entrate competente per territorio (relativa all’ultima residenza del defunto). Gli eredi devono anche comunicare il decesso al Pubblico Registro Automobilistico entro 60 giorni dall’accettazione dell’eredità.

Dove è meglio fare le pratiche di successione?

Fare la successione presso Caf o Patronati può risultare certamente meno costoso e più conveniente rispetto ad un notaio. Tuttavia, la convenienza dipende dal tipo di eredità che deve andare in successione, dall’entità del patrimonio e dal luogo dove fare la successione.

Chi deve comunicare il decesso all’Agenzia delle Entrate o alla banca?

Sono i familiari del defunto e gli eredi a dover comunicare alla banca il decesso del proprio cliente. La legge impone agli eredi una comunicazione al momento del decesso del parente. Essi sono tenuti a comunicare all’ufficio delle imposte del domicilio fiscale del defunto le proprie generalità e il proprio domicilio fiscale.

Quanto tempo ho per comunicare alla banca il decesso?

La comunicazione alla banca della morte del correntista deve essere data entro un tempo massimo di un anno. Le norme attualmente in vigore prevedono, infatti, che quando muore una persona entro 12 mesi dalla data del decesso bisogna recarsi all’Agenzia delle Entrate e compilare un apposito modulo da consegnare alla banca in cui la persona morta era titolare di conto corrente.

Cosa succede se si preleva dal conto del defunto?

Il prelievo dal conto corrente da parte del delegato, effettuato dopo la morte del titolare del conto stesso e prima che la banca abbia avuto notizia del decesso, integra un reato ai danni degli eredi. Si tratta, infatti, di una sottrazione del denaro ai legittimi titolari che, in questo caso, sono diventati gli eredi.

Morte di un genitore, chi paga il funerale?

Secondo il codice civile, devono essere i coeredi a pagare il funerale in base alle quote ereditarie. Le spese funerarie fanno parte della successione e, di conseguenza, gravano sugli eredi in forza dell’acquisto dell’eredità.

Cosa fare se non si hanno i soldi per il funerale?

Se non ci sono le possibilità economiche da parte dei parenti o non sono presenti in vita per pagare le spese del funerale, le autorità locali possono intervenire con delle risorse che vengono previste ogni anno nel bilancio. Il Comune prevede due tipologie di aiuti: i funerali di povertà o sociali gratuiti.

Cosa fare se il defunto possedeva armi?

Il consiglio è di contattare entro un tempo ragionevole la caserma dei carabinieri più vicina. Vi sapranno dare tutte le informazioni di cui avete bisogno.

Tasse, utenze e abbonamenti

Gli eredi sono tenuti a pagare l’IMU, la TASI e la TARI relative all’anno in corso e a quelli successivi, nonché gli eventuali arretrati. La ripartizione del debito tra gli eredi avviene in base alla propria quota di eredità. Si precisa che, a differenza della TARI, non è possibile rinviare o sospendere il pagamento dell’IMU. Inoltre, il possesso dell’immobile si considera per l’intero mese e non per parti di esso. Pertanto, se il decesso avviene entro i primi 15 giorni del mese, gli eredi dovranno pagare la propria quota considerando l’intero mese in corso.

Per quanto riguarda le utenze, gli eredi dovranno provvedere a cancellarle o a trasferirle ad altro nome. Per cancellare o trasferire le utenze, è possibile contattare il servizio clienti del fornitore dell’utenza. È consigliabile avere una copia della bolletta più recente a portata di mano durante la chiamata.

Per gli abbonamenti, possono essere cancellati o trasferiti ai familiari del defunto. In generale, è possibile annullare gli abbonamenti contattando il servizio clienti dell’azienda che li gestisce. Tuttavia, alcune aziende potrebbero richiedere una copia del certificato di morte per procedere con l’annullamento.

In sintesi

Ci sono diverse pratiche amministrative urgenti da compiere a seguito della morte di un genitore. Il consiglio è di recuperare da subito tutti i documenti e valutare bene se è il caso di incaricare qualcun altro se si ritiene di non avere le competenze o il tempo per farlo di persona. In particolare, in caso di pratiche di successione che hanno una certa rilevanza economica sarebbe meglio rivolgersi ad un professionista di fiducia (notaio, avvocato o commercialista).


Riferimenti:
– art. 748 D.P.R. 90/2010;
– artt. 456 e 752 codice civile;


Approfondimenti:
Cosa fare in caso di morte di un genitore? – La Legge per Tutti.
Comunicazione decesso – Agenzia delle Entrate (pdf).

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