Il Tribunale Amministrativo Regionale di Roma ordina al Ministero della Difesa di rispondere alla richiesta di risarcimento.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha emesso una sentenza che riguarda una richiesta di risarcimento avanzata da un sottufficiale dell’esercito italiano. Il ricorrente chiedeva l’annullamento del silenzio serbato dal Ministero della Difesa in risposta alla sua istanza di risarcimento del danno e di equo indennizzo per una patologia contratta durante il suo impiego nell’area tra Kosovo ed Albania.
Secondo il ricorrente, la patologia contratta sarebbe stata causata dall’esposizione all’uranio impoverito durante le missioni di pace internazionali svolte in Albania. Il ricorrente afferma che l’amministrazione non gli ha fornito le adeguate dotazioni di sicurezza né lo ha informato dei rischi connessi all’esposizione.
Il Tribunale ha ritenuto che la richiesta di annullamento del silenzio fosse fondata e ha accolto il ricorso. Ha stabilito che l’amministrazione aveva l’obbligo di riscontrare l’istanza del ricorrente con un provvedimento espresso, esaminando se l’ambiente di lavoro in cui aveva operato fosse stato caratterizzato dalla presenza di uranio impoverito e se questa sostanza avesse avuto un ruolo causale o concausale nell’insorgenza della patologia.
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Il Tribunale ha inoltre stabilito che aver omesso di motivare la propria decisione, nonostante l’amministrazione fosse a conoscenza dei precedenti accertamenti medici effettuati durante un precedente contenzioso davanti alla Corte dei Conti non è giustificabile. Pertanto, ha ordinato al Ministero della Difesa di riscontrare l’istanza del ricorrente entro novanta giorni dalla comunicazione o notificazione della sentenza.
Tuttavia, il Tribunale ha respinto le richieste del ricorrente di risarcimento del danno e di equo indennizzo. Ha sottolineato che la concessione di tali richieste dipende dall’accertamento del nesso causale tra il servizio svolto e la patologia contratta, che sarà oggetto di un ulteriore procedimento in seguito all’accoglimento della richiesta di annullamento del silenzio.
La sentenza evidenzia la necessità di un’adeguata motivazione da parte dell’amministrazione e pone l’accento sulla responsabilità dell’ente pubblico nel garantire la sicurezza e la salute dei propri dipendenti durante l’espletamento del servizio. Inoltre, la sentenza sottolinea l’importanza di tenere conto dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche nel valutare la relazione tra l’impiego svolto e la patologia contratta.
Conclusioni
La sentenza emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio mette in luce l’importanza della tutela dei diritti dei dipendenti pubblici e della responsabilità dell’amministrazione nell’assicurare la sicurezza sul luogo di lavoro. Riconosce il diritto del ricorrente a un’adeguata risposta da parte dell’amministrazione e apre la strada a un ulteriore procedimento per l’accertamento del nesso causale tra il servizio svolto e la patologia contratta.
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Fonte:
– Giustizia Amministrativa.
Riferimenti:
– T.A.R. per il Lazio N. 08591/2023 del 19/05/2023.
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