Breve compendio sull’uso consapevole dei social network per gli appartenenti al comparto difesa e sicurezza.
I social network (Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIN, etc.) hanno ormai praticamente invaso le nostre vite. Tramite i social riusciamo a mantenere i contatti con familiari, amici e colleghi, condividiamo informazioni e conoscenze. Sono uno strumento molto utile soprattutto in quelle situazioni di servizio lontano dai propri affetti.
Apparentemente i social, per loro caratteristica, possono dare l’idea di trovarsi in uno spazio privato da condividere solo con i propri “amici”. In realtà si tratta di un falso senso d’intimità che può spingere gli utenti a rivelare informazioni attinenti al servizio o comunque sensibili.
!!!RICORDA!!! Qualsiasi contenuto riversato sul web – sia esso un semplice “post”, un rapido “tweet”, un banale “like”, un’immagine, uno “stato” di Whatsapp o di altri social media, un video goliardico o un file audio – diventa in quell’esatto istante (e per sempre) di “dominio pubblico”, sfuggendo a ogni controllo o limitazione.
Le “linee guida” che troverete di seguito sono in parte estrapolate da quelle redatte in ambito Nato, che a loro volta prendono spunto dall’opuscolo informativo dal titolo “Social Network: attenzione agli effetti collaterali” realizzato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali.
AUTOGOVERNO
Rifletti sulle possibili ripercussioni per te e per la tua cerchia di conoscenze (in ambito personale e lavorativo) prima di pubblicare i dati personali (in particolare: nome, cognome, indirizzo, grado, ente d’appartenenza, sede di servizio, attuale impegni di servizio in Patria o all’estero, numero di telefono, ecc.) in un profilo-utente.
RISPETTA GLI ALTRI E LA TUA AMMINISTRAZIONE
Prima di condividere qualsiasi commento, dato, notizia, comunicazione, video o immagine chiediti se la loro diffusione arrechi danno alla tutela delle informazioni sul servizio prestato, dei diritti individuali delle persone (lesioni della privacy, diffamazione, etc.) e in generale all’immagine dell’Istituzione. E’ possibile incorrere anche in sanzioni disciplinari e penali.
SULLA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE
“I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione […]”.
art. 1472 C.O.M.
Quindi nessun problema direte, purtroppo non è proprio così. Bisogna essere consapevoli che ogni commento pubblico, per quanto privato nelle intenzioni, potrà essere ricondotto all’Amministrazione di appartenenza. A sostegno di questa tesi, di seguito il parere dell’Avvocatura dello Stato (parere nr. 44192/2016):
- Il generale riconoscimento della libertà di corrispondenza e di manifestazione del proprio pensiero necessita tuttavia, nell’ambito del Comparto Difesa – Sicurezza e con specifico riguardo alle Forze di Polizia a ordinamento militare, di limitazioni imposte da esigenze di carattere istituzionale. Tale tipo di previsione è contenuta a livello sovranazionale nell’art. 10 della CEDU, il quale, una volta riconosciuta al primo comma ad ogni persona la libertà d’espressione, intesa come libertà d’opinione e libertà di ricevere e di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera, prevede al secondo comma che:
- “L’esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario”.
- L’esigenza di una limitazione della libertà di espressione si manifesta in particolare proprio nell’ambito militare, dove si pone a garanzia della riservatezza delle operazioni e delle procedure nelle quali si espleta l’attività dei Corpi di appartenenza dei singoli dipendenti, e trova esaustiva disciplina all’interno del Codice dell’Ordinamento Militare, le cui disposizioni, pur limitative della libertà di manifestazione del pensiero, devono ritenersi conformi a Costituzione in ragione della particolarità dell’ordinamento nel quale sono poste e tenuto conto del fatto che la giurisprudenza avvalora la loro validità in virtù dell’interesse pubblico cui sono preposte;
- Risulta meritevole di approfondimento la valutazione del confine tra l’ipotesi in cui il militare si qualifichi come tale, con conseguente obbligo di continenza, e il caso ove invece, non ricorrendo tale presupposto, risultino consentiti maggiori spazi di libera manifestazione del pensiero. A tal riguardo, la giurisprudenza ha riconosciuto che rientra nell’utilizzo di un profilo corrispondente all’indicazione dei propri dati anagrafici, dal quale emerga all’esterno l’appartenenza alle Forze Armate o di Polizia, anche se solo nella ristretta cerchia dei propri conoscenti, si impone un onere di maggiore riservatezza, attesa la facile percezione all’esterno del contesto in cui si verificano gli episodi narrati, nonché l’individuazione dei soggetti coinvolti, a nulla rilevando il numero di soggetti che risultano in concreto aver captato l’informazione (Cass. pen., Sez. I, Sent. 16-04-2014, n. 16712).
!!!ATTENZIONE!!! Anche le chat di gruppo (WhatsApp, Telegram, etc.) vengono considerate alla stessa stregua dei social network.
USO CONSAPEVOLE
Tieni a mente che immagini e informazioni di qualsiasi natura possono riemergere in rete anche a distanza di anni. Evita di pubblicare/allegare file/immagini inerenti al servizio al fine di assicurare la maggior tutela possibile dell’incolumità personale e degli altri. Ricordati che pubblicare opinioni e/o commenti, in qualità di militare, induce ad associare quanto espresso alla Forza Armata.
ATTENZIONE ALL’IDENTITA’
In alcuni casi è possibile “chattare” e condividere informazioni con persone aventi identità diverse da ciò che si crede. Sempre più spesso vengono create false identità (es.: personaggi famosi, persone comuni, ecc.) per semplice divertimento ovvero per carpire informazioni riservate. Un’identità può essere “clonata” con una foto e con poche informazioni personali. Non si avrà mai la certezza dell’affidabilità dei componenti del social network di cui si fa parte.
PRIVACY
Utilizza impostazioni orientate maggiormente alla privacy, limita al massimo la libera disponibilità di informazioni. Controlla le impostazioni dei livelli di privacy del profilo utilizzato online: chi può contattarti, chi può leggere quello che scrivi, chi può inserire commenti sulle pagine personali.
CONDIZIONI D’USO E CONTRATTO
Leggi attentamente le condizioni d’uso che si accettano quando ci si iscrive a un Social Network. Verifica di poter recedere dal servizio e di poter cancellare le informazioni pubblicate sul tuo profilo. E’ importante ricordare, infine, che nello scambio di informazioni sui Social Network il personale della Forze Armate è sempre tenuto al rispetto delle regole che disciplinano la propria condizione.
Riferimenti:
– Linee guida social network NATO;
– Opuscolo social network GPDP;
– Circolare COGEGDF prot. n. 0218569/2020;
– Circolare Arma dei Carabinieri prot. n. 27/28-1-2016 del 12/11/2019;
– Circolare MIN_INT prot. n. 555/RS/01/96/6301 del 25/10/2019.