Nord Stream 2

nord stream 2

Gasdotto Nord Stream 2: una minaccia o una nuova opportunità per l’Europa?

Cos’è il progetto Nord Stream 2 (NS2)?

E’ un gasdotto di 1230 km che è stato completato il 6 settembre 2021 e collega i giacimenti russi alla costa tedesca, correndo sotto il Mar Baltico. E’ stato ideato per raddoppiare il gas già fornito dalla Russia all’Europa attraverso il già esistente Nord Stream, che corre parallelo al nuovo progetto. L’infrastruttura è di proprietà della compagnia energetica russa Gazprom, a maggioranza statale.

Consente l’esportazione di gas naturale russo direttamente in Germania, aggirando Ucraina, Polonia ed altri stati di transito.

Sin dal suo inizio, il progetto ha riscontrato tensioni geopolitiche e ritardi, l’ultima a fine novembre 2021 quando l’autorità’ di regolamentazione tedesca Bundesnetzagentur (BNetzA) ha annunciato la sospensione temporanea delle procedure per l’approvazione del progetto.

Tale decisione ha provocato disastrose scosse sui mercati del gas europei, con prezzi spot che sono lievitati fino a raggiungere i 180,5 euro per megawattora.

A seguito dei rincari l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di aver causato il rialzo del costo del gas naturale europeo con la riduzione delle forniture russe verso la Germania attraverso il gasdotto Yaman-Europe; Gazprom (società statale russa di gas) rispose a tali accuse, precisando di aver rispettato gli obblighi annuali contrattuali fornendo 50,2 miliardi cubi di gas a Berlino (5,3 miliardi in più rispetto al 2020), ribaltando le accuse su Berlino, accusandolo di aver dirottato il gas ricevuto su Polonia ed Ucraina.

Il perché della sua costruzione

  1. La sua costruzione era ritenuta (nel medio termine) dalla Germania come la più adatta per sviluppare il suo progetto di riduzione dalla dipendenza da carbone ed energia nucleare. Una scelta necessaria, ma irreversibile, alla luce della decisione della Corte costituzionale tedesca, che obbligava il governo ad introdurre entro la fine del 2022 dettagli specifici sugli obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra relativamente al periodo successivo al 2030.
  2. La necessità dell’Unione Europea di aumentare le importazioni, a causa delle crescenti preoccupazioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti, conseguenti da un calo costante della produzione di energia avvenuto nel decennio 2008-2018.
  3. Rispettare gli impegni assunti dagli Stati membri nel corso della Cop 26 (relativamente alla riduzione dei gas serra).
  4. Gli approvvigionamenti di gas naturale liquefatto (GNL) fornito dagli Stati Uniti sono insufficienti.
  5. Per la Russia è un ottima occasione per indebolire la posizione dell’Ucraina (da decenni al centro di una disputa con la Russia), la cui economia dipende molto dall’attraversamento dei gasdotti russi.

Nonostante l’ampia offerta di diversi paesi esportatori in ambito UE (costituita da Russia, Norvegia, Arabia Saudita, Algeria, Qatar ed Iraq), nel corso degli ultimi anni, la Federazione Russa ha mantenuto la posizione di maggior fornitore, con la presenza di cinque gasdotti principali che raggiungono Turchia (Blue Stream), Ucraina ed UE (Druzhba o Brotherhood), Ucraina (Soyuz), Germania ed altri Paesi UE (Yaman-Europe e Nord Stream).

Vantaggi e svantaggi della sua costruzione

In ambito Unione Europea l’interrogativo che, in questo momento, vige sovrano è relativo alla possibilità che il Nord Stream 2 possa effettivamente migliorare la sicurezza energetica europea: in quanto, mentre da una parte potrebbe essere effettivamente la soluzione realistica a tale problematica, dall’altra esporrebbe l’intero continente al ricatto energetico ed all’insicurezza dell’approvvigionamento.

Il nuovo gasdotto del Mar Baltico collegherà la Russia direttamente alla Germania, con flussi di gas che potrebbero essere trasferiti verso i paesi di Europa orientale e centrale. In tale contesto, il principale pericolo potrebbe essere rappresentato dal nuovo ruolo della Germania, che potrebbe sostituire l’Ucraina nel ruolo di transito del gas, privando Kiev di una risorsa cruciale per la propria economia ed aumentandone la vulnerabilità’ strategica ed economica ad eventuali pressioni russe.

Leggi anche: IL MERCATO DEL GAS

Inoltre, il nuovo gasdotto potrebbe fungere da forte deterrente nei confronti di nuovi possibili progetti concorrenti in grado di diversificare le forniture energetiche in Europa, rendendo pertanto inattaccabile la posizione già dominante di Gazprom. I rischi di un Nord Stream 2 operativo appaiono pertanto abbastanza evidenti, considerando, tra l’altro, che la società energetica russa ha ripetutamente violato le leggi sulla concorrenza dell’UE negli Stati membri pur di raggiungere obiettivi prefissati, mentre negli ultimi mesi il mercato energetico assisteva a comportamenti politicamente scorretti da parte del colosso energetico russo. Appare evidente, che si potrebbe assistere ad ulteriori ricatti qualora Gazprom dovesse acquisire il controllo sulle rotte di rifornimento.

Come facilmente intuibile, le conseguenze di un calo della sicurezza dell’approvvigionamento di gas in Europa potrebbero essere accusate per i decenni a venire, in quanto secondo le stime attuali, il gas naturale sarebbe destinato a rimanere una parte significativa del mix energetico dell’UE fino al 2050. La maggior parte delle previsioni precederebbero una domanda di gas stabile fino al 2030, per poi diminuire gradualmente in seguito.

Pertanto, ridurre la diversità’ delle opzioni di approvvigionamento e consegna facendo affidamento su un’unica rotta potrebbe compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento per tutti i consumatori europei. Le numerose accuse esposte dai funzionari russi (a supporto della necessità di creare il nuovo gasdotto) secondo cui l’infrastruttura ucraina risulterebbe essere vecchia ed inaffidabile non avrebbero trovato fondamento, in quanto il sistema di trasporto ucraino avrebbe dimostrato la propria affidabilità’ in molti anni di consegne ininterrotte; a differenza di quanto avvenuto con i gasdotti gestiti direttamente da Gazprom, sui quali sarebbero state registrate diverse interruzioni causate da lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria (le ultime avvenute anche ne corso dell’ultimo mese).

Se il Nord Stream 2 dovesse entrare in servizio, la rete di gasdotti ucraina potrebbe diventare presto una risorsa infrastrutturale bloccata, riducendo pertanto il numero di punti di ingresso nell’UE da quattro a uno, dando alla Russia una presa molto più stretta sulle forniture di gas. Appare pertanto evidente come certificare e rendere operativo il Nord Stream 2 sia una attività’ non prioritaria per l’Europa, pertanto Berlino, Bruxelles e Washington avranno l’arduo compito di valutare attentamente le scelte da effettuare nei prossimi mesi, in quanto queste potrebbero avere pesanti implicazioni e ripercussioni sulla sicurezza regionale a medio ed a lungo termine.

A margine di tutta questa situazione in cui si intrecciano problemi economici e geopolitici, sicuramente forme coordinate per l’acquisto del gas da parte dei Paesi membri potrebbero diventare una valida soluzione per la soluzione del problema energetico nel vecchio continente. Al momento, se si considera che nel 2020 l’Europa ha consumato circa 336 miliardi di metri cubi di gas e che dagli Stati Uniti ne e’ stata importata una frazione quasi insignificante (7,9 BCM in crescita esponenziale, ma su livelli ancora inconfrontabili con quelli dei fornitori tradizionali), si può comprendere la reale difficoltà a risolvere la problematica energetica in Europa.

di Fabrizio Lombardi

Condividi questo articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

DIFESA.blog è sempre gratuito ed è sorretto da un gruppo di volontari. Per questo il tuo contributo è molto importante. Basta una piccola donazione. Grazie!

Torna in alto